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Immagine del redattoreSuore Pastorelle

Giubilei di Consacrazione Religiosa

“Voglio dire il mio grazie al Signore finché vivo, voglio cantare a lui finché esisto. Vorrei che il mio canto gli desse tanta gioia io sono così felice per merito suo” (Salmo 103-104)

Sono le parole, che noi “messaggere di gioia”, abbiamo voluto mettere dietro le immaginette ricordo di 50 anni fa. Un semplice versetto ma che raccontava bene il vissuto, l’entusiasmo del nostro primo si nella professione. Sono trascorsi 50 anni da quel giorno e davvero sembrano volati. La gioia è stata nostra compagna di viaggio sempre, anche quando il dolore, la malattia e la fatica hanno segnato il nostro passo.



Come vere pellegrine non ci siamo mai fermate, e in questo l’amicizia, la fraternità, l’amore dei nostri cari, la vicinanza della gente, sono stati un grande sostegno per andare avanti anche nelle intemperie. Infatti, sappiamo ormai con certezza, perché il tempo ce lo ha insegnato, che la notte non è più notte se Tu, Signore sei con me, perché il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza. Così ricche di questo vissuto, abbiamo celebrato il nostro 50 nella casa madre, la casa non fatta di mura ma di sorelle che ci hanno accolto dal primo giorno e con noi e per noi hanno lavorato formandoci il cuore di pastorelle per il servizio al popolo di Dio. Volti e nomi cari, carissimi, che abbiamo voluto ricordare a uno a uno, perché la riconoscenza è un fiore da regalare, e ci aiuta a non dimenticare che: non “ci siamo fatte da sole” ma che, senza nulla togliere alla grazia di Dio, e all’impegno personale, la fiducia, l’amore, la cura e la dedizione di coloro che ci hanno guidato, rispettando il progetto di Dio su di noi, sono state determinanti. I canti della celebrazione li abbiamo scelti tra i “nostri” perché quelli raccontano più di tanti altri il senso del nostro apostolato, della nostra missione tra il popolo. E lì, nonostante le ristrettezze dettate dalla pandemia, c’erano tante persone che con noi e per noi hanno pregato e hanno ringraziato il Pastore della vita.


Insieme a noi hanno detto grazie al Signore le sorelle che celebravano i 60 e i 70 anni di professione. Assenti, ma presenti con l’affetto che ci lega, c’erano anche Mary la Bruna e Franca Bottin che in missione hanno celebrato, in Australia e in Africa, questo evento. Continuiamo il cammino aperte alla speranza, aperte al futuro, sempre attente alla Provvidenza che chiama, chiama sempre oltre, fino a condurci ai pascoli eterni. E per continuare con il rendimento di grazie, il 7 ottobre, 83° anniversario della nostra fondazione, un bel gruppo di Pastorelle ha celebrato a Verona l’anniversario di professione religiosa: Sr. Biancamaria Ballerini il 70° e 14 sorelle il 60° di professione religiosa. La celebrazione è avvenuta nella chiesa parrocchiale di Maria Immacolata (VR), presieduta dal parroco don Giuseppe Lonardi e dal sacerdote salesiano don Umberto. Insieme ci siamo messe in cammino portando ciascuna una LUCE, segno di fedeltà al Buon Pastore che ci ha chiamato, deponendola con gioia e riconoscenza davanti all’altare. Questa luce era diventata più brillante nei giorni precedenti nella casa di spiritualità di San Fidenzio (Verona) dove ci siamo ritrovate il 1 ottobre pomeriggio. Con la gioia di rivederci abbiamo voluto dedicare il 2 ottobre a condividere come il Signore ha condotto la nostra vita dal giorno della prima professione e a ricordare tanti momenti simpatici del tempo di formazione. Abbiamo ricantato insieme l’inno del noviziato composto da Madre Giacomina ricordando anche le sorelle che non sono più tra noi. Eravamo partite in 40 (il noviziato più numeroso), ora siamo arrivate in 19 perché 10 sono già in cielo e altre hanno fatto un’altra scelta. Tutte sono state chiamate per nome e presentate al Signore. Secondo il motto che la nostra maestra ci aveva dato, abbiamo rinnovato l’impegno di “Volare sempre in alto” come Aquile. Il 3 ottobre siamo entrate nel silenzio degli esercizi spirituali, guidati da Don Carlo Dalla Verde. Molto illuminante è stato il tema che ci ha proposto: “Una dimora non fatta da mani d’uomo”. Prendendo spunto dal Castello interiore di Santa Teresa D’Avila, don Carlo ha illuminato con la Parola di Dio le stanze della nostra vita aiutandoci a individuare quelle che sono da riordinare o da arricchire per rendere la nostra dimora più luminosa perché abitata dal Buon Pastore e più aperta agli altri. La giornata del 7 ottobre si è conclusa nella casa Alberione insieme a tante altre sorelle, con la condivisione di doni, messaggi, poesie, dolci.

sr Piera Cori e sr Flavia Mercurio, SJBP



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